Il miglior investimento è nel mondo.
Quando si tratta la gestione del risparmio dei clienti, le banche da una parte, per convenienza, e la poca conoscenza dei mercati internazionali da parte del cliente, dall’altra, spingono all’acquisto soprattutto di titoli italiani (siano essi titoli di stato, obbligazioni bancarie o corporate, piuttosto che azioni). Questa tendenza è legata alla maggior fiducia in ciò che, essendo italiano, ci dà l’impressione di essere più famigliare e vicino ai nostri valori, alla nostra lingua e quindi di conoscerlo meglio. I casi Parmalat, Cirio, ecc. ci dicono però che questo metro di giudizio non è corretto, ma l’atteggiamento di fiducia in ciò che è vicino a noi è molto radicata nella cultura italiana che è meno razionale e più emotiva di altre. Prova ne sia che l’italiano medio è più propenso a prendere come socio, assumere o raccomandare un parente o un amico piuttosto che uno sconosciuto, per quanto di valore sia. Come sappiamo questo è in genere deleterio.