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Visualizzazione dei post da agosto, 2011

In periodo di saldi, chi si chiede se il prezzo di un vestito scenderà ancora?

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Meglio comprare a prezzi bassi o comprare a prezzi alti? Chi di noi, in periodo di saldi, si chiede se il prezzo che vediamo esposto scenderà ancora, prima di comprare un abito o un paio di scarpe? Presumo nessuno: si dà per scontato che quello sia il momento migliore per comprare, anche se c'è una probabilità di vedere lo stesso capo dopo 2 mesi ad un prezzo più basso. Così dovremmo fare tutti, oggi che il mercato sottovaluta pesantemente la borsa italiana. Qui uno stralcio del Tg La 7 di domenica 21 agosto che conferma queste mie valutazioni che ho già espresso qualche giorno fa. E’ illuminante su cosa sta accadendo in Borsa in questi giorni. Non solo nei negozi ci sono i saldi di fine stagione…ma anche a Piazza Affari! E' il momento perfetto per approfittare di questa situazione di mercato ed investire.

Scenari possibili dopo l’attacco all’Italia: cosa succederà ai nostri investimenti?

La speculazione si è abbattuta sull’Europa essenzialmente perché in Europa non c’è una politica economica unica ed un'unica Banca Centrale che possa governare con la leva monetaria eventuali speculazioni. Negli Usa non sarebbe pensabile un attacco del genere da parte degli speculatori, perché immediatamente interverrebbe la Federal Reserve a garantire la solvibilità dell’Unione e degli stati membri, acquistando titoli in grandi quantità, qualora dovessero avere problemi di solvibilità.

Attacco all’Italia e crisi dei titoli pubblici internazionali. Occasione per investire

In queste ultime settimane abbiamo assistito ad una intensa volatilità ed un forte calo delle borse internazionali, in particolare quella italiana e quelle europee. Dopo la crisi del 2007, generata dal debito privato, ma che si è risolta trasferendo i rischi privati in parte a carico degli stati e delle banche centrali, che sono intervenuti per ripristinare la liquidità nel sistema bancario, i mercati stanno gridando che nessuno può permettersi di fare debiti senza avere i conti a posto. In questa logica rientra, per la prima volta nei paesi sviluppati, anche il debito pubblico e l’emissione di titoli da parte degli stati, specie quelli più indebitati.