Attacco all’Italia e crisi dei titoli pubblici internazionali. Occasione per investire

In queste ultime settimane abbiamo assistito ad una intensa volatilità ed un forte calo delle borse internazionali, in particolare quella italiana e quelle europee.
Dopo la crisi del 2007, generata dal debito privato, ma che si è risolta trasferendo i rischi privati in parte a carico degli stati e delle banche centrali, che sono intervenuti per ripristinare la liquidità nel sistema bancario, i mercati stanno gridando che nessuno può permettersi di fare debiti senza avere i conti a posto.
In questa logica rientra, per la prima volta nei paesi sviluppati, anche il debito pubblico e l’emissione di titoli da parte degli stati, specie quelli più indebitati.

Una correzione, legata al problema dei debiti pubblici, era attesa e si è manifestata finora con una certa moderazione in Usa e nel resto del mondo, ma non era prevedibile che la speculazione si accanisse sull’area Euro ed in particolare sull’Italia, facendo crollare in modo insensato i listini.
Poiché i mercati non amano l’incertezza, è in discussione il fatto che l’Europa, dopo il salvataggio della Grecia, non abbia un unico sistema ed un'unica politica economica che permetta di governare le crisi con la leva monetaria, cosa possibile in precedenza ai singoli stati. In particolare il fatto che sia stata salvata la Grecia non ha tranquillizzato i mercati che, analizzando i deficit ed i debiti pubblici degli stati Europei, hanno supposto, a torto a o a ragione, che se il problema si fosse manifestato in uno degli stati più grandi dell’area Euro, anziché nella piccola e marginale Grecia, non ci sarebbe stata una certezza della soluzione da parte di Bruxelles ed il problema sarebbe potuto diventare insostenibile e far crollare l’Euro. Da qui l’attacco all’Italia per vedere come si sarebbe mossa l’Europa in questo caso.
In modo indipendente dal fatto che una ripresa incominciava ad esserci nell’economia, e quindi in modo decorrelato da quello che le aziende, che hanno presentato da poco utili in crescita, stavano vivendo, questi timori speculativi hanno inciso profondamente su tutti i mercati europei.
Ovvio, per gli speculatori l’intento è di fare soldi alle spalle di qualcuno, ma questo attacco ha causato ondate di vendite, spesso automatiche, sui listini, facendo crollare le quotazioni di azioni, titoli di stato ed obbligazioni in modo apparentemente inspiegabile.
Solo chi è abituato, per buona consulenza e strategia, a diversificare gli investimenti in tutto il mondo ha visto il suo portafoglio tenere meglio rispetto ai crolli avuti sui mercati di casa nostra, anche perché se le economie sviluppate soffrono, quelle emergenti hanno conti pubblici migliori e crescita alta, nonostante debbano tenere l’inflazione sotto controllo. E' quindi il momento migliore per investire, come anche riportato sull'articolo del Corriere della Sera "Saldi folli a Piazza Affari". Chi ne ha la possibilità e lo vorrà può interpellarmi.

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