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Visualizzazione dei post da dicembre, 2010

Il miglior investimento è nel mondo.

Quando si tratta la gestione del risparmio dei clienti, le banche da una parte, per convenienza, e la poca conoscenza dei mercati internazionali da parte del cliente, dall’altra, spingono all’acquisto soprattutto di titoli italiani (siano essi titoli di stato, obbligazioni bancarie o corporate, piuttosto che azioni). Questa tendenza è legata alla maggior fiducia in ciò che, essendo italiano, ci dà l’impressione di essere più famigliare e vicino ai nostri valori, alla nostra lingua e quindi di conoscerlo meglio. I casi Parmalat, Cirio, ecc. ci dicono però che questo metro di giudizio non è corretto, ma l’atteggiamento di fiducia in ciò che è vicino a noi è molto radicata nella cultura italiana che è meno razionale e più emotiva di altre. Prova ne sia che l’italiano medio è più propenso a prendere come socio, assumere o raccomandare un parente o un amico piuttosto che uno sconosciuto, per quanto di valore sia. Come sappiamo questo è in genere deleterio.

Il valore della consulenza: la performance dei prodotti e performance commerciale.

Ho già parlato di quello che deve fare un professionista che lavora correttamente ed ha rispetto del cliente e delle regole. Voglio ora parlare del vero valore che un consulente può portare ai suoi clienti. Il vero valore è dato da due parametri: uno oggettivo, legato alla scelta degli strumenti e dei prodotti da includere nel portafoglio (Asset Allocation), ed uno soggettivo legato alla capacità, alla preparazione ed all’impegno profuso dal consulente nei confronti dei clienti.

Anche le obbligazioni sull’otto volante.

Come si sa la volatilità è la caratteristica principale dei mercati azionari ed è quella che ne definisce il rischio. Se però si è abituati a vedere i mercati borsistici salire e scendere in modo sensibile, ben anche con la tendenza ad una crescita che si manifesta con certezza nel lungo periodo, si è meno abituati a vedere oscillare i mercati obbligazionari. Questo è dovuto al fatto che generalmente i mercati del debito (quelli appunto obbligazionari) sono percepiti come più sicuri e stabili, anche perché in Italia è ancora molto diffuso l’investimento in titoli di stato che, anche se oscillano durante la loro vita, in genere vengono tenuti fino a scadenza, non percependo di fatto la loro volatilità ma solamente godendo del loro rendimento alla fine.

Il concetto di consulenza.

Le banche, si sa, sono orientate più a “collocare” prodotti d’investimento che a fornire una vera e propria consulenza. Questo orientamento alla vendita pura, ha creato un sacco di confusione su cosa sia in realtà la consulenza, cosa che si ripercuote, purtroppo, anche su alcuni promotori finanziari. La consulenza, va spiegato, non c’entra nulla con la capacità di trovare il prodotto più redditizio disponibile nel momento in cui si ha del denaro che non serve immediatamente (bisognerebbe comunque sempre considerare il rischio di cui spesso alcuni “si dimenticano”), o nel fare una sorta di gestione continua dei portafogli, per altro vietata dalla legge.