Inflazione: gli effetti sui mercati obbligazionari

 Inflazione: gli effetti sui mercati obbligazionari


Negli articoli precedenti abbiamo parlato dell’inflazione per poi addentrarci su ciò che causa nei mercati finanziari e sui nostri investimenti.

Abbiamo fatto un quadro abbastanza ampio su cosa comporta l’inflazione, oggi invece cercheremo di capire quali cambiamenti apporta sui mercati obbligazionari.

Per comprendere al meglio è necessario fare una distinzione: nei mercati obbligazionari, a differenza di quelli azionari, gli investitori assumono la figura di creditori e non di soci. Ovviamente è diverso anche il rapporto rischio\rendimento tra i due tipi d’investimento. Se i primi sono considerabili meno rischiosi i secondi hanno un premio per il rischio, e quindi un rendimento, maggiore.

Dopo aver capito in grandi linee le macro-differenze tra i due, è fondamentale cogliere come l’inflazione può agire su essi: per quanto riguarda gli effetti sui mercati finanziari potete leggere l’articolo precedente

Il mercato obbligazionario è sempre stato considerato un investimento sicuro per gli investitori non propensi al rischio, ma nel 2022 siamo stati vittime di una situazione di calo e grandi oscillazioni, tanto che gli esperti hanno rilevato essere stato il peggior anno, per questa classe di investimento, dal 1788.

La causa fondamentale è l’inflazione, ma perché è successo questo?

Nel 2020, l’economia a causa della pandemia, si è fermata. Di fronte a questo shock economico le banche centrali hanno reagito riempendo il sistema di liquidità e gli stati, a seguire, hanno riempito le tasche dei cittadini attraverso sussidi, bonus ecc. ciò Questo ha portato nell’anno successivo, il 2021, all’esplosione della domanda, per la voglia dei i consumatori di recuperare il tempo perduto coi lockdown, situazione che aveva causato un aumento della liquidità sui conti correnti, vista l’impossibilità di spendere per beni. Arriviamo così ad una grave situazione di disequilibrio dove la richiesta è stata maggiore dell’offerta che le aziende, in graduale ripartenza, erano in grado di produrre. Questo ha portato i prezzi di questi beni ad esplodere, fino all’inizio del 2022 dove a questa situazione si è aggiunto l’aumento dell’energia dovuto alla guerra in Ucraina.

Per contrastare questa veloce risalita dell’inflazione (causa che a lungo andare avrebbe causato problemi seri all’economia mondiale) tutte le banche centrali sono intervenute rialzando i tassi di riferimento, cosa che ha condizionato, oltre ai prezzi dei beni di consumo che hanno invertito la rotta a causa delle cause già descritte in altro articolo e a finanziamenti più cari. 

Questo repentino rialzo dei tassi ha, di conseguenza, interessato anche i tassi di interesse offerti dai titoli di stato e dalle obbligazioni a tutti i livelli, causandone un crollo nei valori di mercato che si è manifestato con una discesa del valore di mercato delle obbligazioni. Valore che ha causato la temporanea riduzione del valore dei portafogli obbligazionari (vedi immagini successive un esempio del rapporto tra l’andamento del tasso e del prezzo di un’obbligazione).

 



 



 

Come si vede il prezzo dell’obbligazione è speculare rispetto all’andamento dei tassi, per cui, se è vero che chi era già investito in un’obbligazione (o meglio in un fondo o portafoglio obbligazionario) vede il capitale investito ridursi, chi invece oggi entra nel mercato, acquista rendimenti molto interessanti che si rivaluteranno in conto capitale nel futuro, visto che i tassi di oggi verranno sicuramente ridotti col rientrare dell’inflazione a valori più sostenibili.

Gli ultimi dati ci dicono, che (molto probabilmente, anche se non possiamo esserne certi) abbiamo superato il picco dell’inflazione e quindi ci aspetta una conseguente discesa futura anche dei tassi e con essa una rivalutazione dei prezzi delle obbligazioni.

Cosa fare quindi in questa situazione?

Buona cosa è, se possibile, approfittare degli ottimi tassi di questo momento investendo o, se non è possibile, mantenendo l’investimento, in modo che col tempo recupererà il suo valore. Ovviamente chi utilizza fondi di investimento può godere, oltre che del futuro ribasso degli interessi, che farà risalire il capitale, anche del rinvestimento a tassi più convenienti delle cedole dei titoli già nel portafoglio del fondo, oltre alla nuova liquidità dei partecipanti che permetterà al gestore di comprare titoli molto più appetibili rispetto agli anni scorsi.

In conclusione, non è di certo una situazione semplice, per cui è importante avvalersi di un consulente finanziario, con la competenza e le strategie che può mettere in atto per una migliore gestione della volatilità, un migliore risultato e la salvaguardia dei nostri risparmi.

 

Laura Cannistrà e Marco Cerruti 

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