Inflazione: gli effetti sui mercati finanziari e sugli investimenti

Inflazione: gli effetti sui mercati finanziari e sugli investimenti

 

Nell’articolo precedente [per leggerlo clicca quiabbiamo parlato dell’inflazione e dei suoi effetti sulla nostra vita di tutti i giorni, sul risparmio accantonato in conto corrente, sui nostri stipendi e sulle nostre spese.

Sicuramente tra i tanti dubbi non possiamo non chiederci che effetto ha tutto ciò sui nostri investimenti, i quali sono probabilmente il frutto di anni di duro lavoro e sacrifici.

Per poter capire al meglio dobbiamo fare un passo indietro e comprendere come siamo giunti fino a qui.

Arriviamo da anni di tassi bassi e inflazione quasi inesistente, questa situazione negli scorsi anni è stata positiva per le aziende, in quanto hanno potuto investire con bassi costi del denaro, ma ha causato la difficoltà di investire con un adeguato ritorno a chi era abituato ai titoli di stato e ad investimenti considerati sicuri, portando ad un livello di insoddisfazione generale, tanto che molti, non guidati da un consulente o non fidandosi degli interlocutori bancari, hanno preferito mantenere il proprio denaro in conto corrente. 

Con l’arrivo della pandemia, agli inizi del 2020, abbiamo avuto, a livello mondiale, un blocco o una riduzione dell’attività di molte aziende, servizi commerciali, fabbriche, trasporti ecc. che ha avuto pesanti conseguenze sull’economia globale perché, se da un lato si cercava di limitare le morti a causa del dilagare del virus, dall’altro le persone si ritrovavano ad affrontare una crisi sanitaria, che, nonostante il sistema fosse sano, si temeva che potesse sfociare in una crisi finanziaria. 

Alla fine di questo tunnel si è intravista la luce con l’arrivo del vaccino alla fine del 2020. La ripresa delle attività è quindi ripartita gradualmente, ma i produttori di molti componenti necessari alla costruzione di macchinari e dispositivi tecnologici, provenienti soprattutto dalla Cina, hanno avuto molta difficoltà a consegnare gli ordini che ricevevano. Questo a causa dei ripetuti lockdown che hanno causato, per settimane, anche il blocco dei porti più importanti, impedendo quindi non solo una produzione adeguata, ma anche alle merci di partire e sbarcare liberamente. Lockdown che in quella parte del mondo sono continuati fino a poco tempo fa Ad un’alta domanda, causata dalla ripresa delle attività, si è contrapposto una riduzione dell’offerta. Questo ha causato l’aumento dei prezzi e quindi l’inflazione! 

Ma qual è il meccanismo economico che causa questo rialzo?

Per effetto della legge della domanda e dell’offerta, se c’è scarsità di un bene rispetto ad una forte domanda, il suo prezzo si alzerà, proprio perché i produttori lo venderanno per primi a coloro che offriranno un prezzo più alto. 

Questo dopo la pandemia era logico aspettarselo, ma ci fu una sottovalutazione della reale portata di questo rialzo dei prezzi che non era solo dovuto ad un ritardo della ripresa delle forniture, ma a fattori più strutturali che sono stai valutati solo  a partire dall’inizio del 2022. Di conseguenza la Fed decise di intervenire rialzando i tassi, per riuscire a raffreddare i prezzi prima che l’inflazione causasse problemi all’economia. 

L’inflazione, infatti, oltre a causare gli effetti di cui abbiamo parlato nelle tasche di tutti noi, rischia anche di rallentare la crescita economica a causa dell’aumento possibile dei salari, della diminuzione degli investimenti delle imprese che potrebbe sfociare in aumento della disoccupazione e quindi una recessione.

Di certo è stata d’aiuto lo scoppio della guerra in Ukraina che ha peggiorato l’aumento dell’inflazione aggiungendo alla componente principale anche una componente legata al costo dell’energia a causa delle restrizioni applicate sulle importazioni dalla Russia.

Cosa è quindi accaduto ai mercati finanziari? Spaventati dalla possibilità che l’inflazione potesse causare recessione dall’inizio del 2022 sono tutti scesi fortemente oltre il 20% (ed in alcuni casi anche di più) in attesa di notizie che potessero meglio delineare i rialzi che prima la FED americana e poi la BCE avevano annunciato.  Come si sa i mercati non sopportano l’incertezza e i dati sui rialzi delle banche centrali promessi si scontravano con i dati sulla buona salute delle aziende, per cui finché questi non sono “peggiorati” secondo le previsioni (confermando un inizio di rallentamento dell’inflazione) i mercati non hanno iniziato a invertire la rotta.

Contemporaneamente i mercati del reddito fisso (obbligazionari) hanno sperimentato la peggiore discesa da 50 anni a questa parte, a causa dei rialzi dei tassi di riferimento, per i titoli di stato, e del peggioramento previsto delle condizioni economiche delle aziende per le obbligazioni societarie.

Un disastro nei portafogli dei clienti? Dipende come si vede il problema, perché ogni problema è ricco di opportunità e se le scelte sono frutto di un’attenta analisi delle esigenze, magari con l’aiuto di un buon consulente finanziario, non c’è da preoccuparsi, ma eventualmente da approfittare del momento finché durerà. Ma di questo parleremo nei prossimi articoli.

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