Moody’s: a rischio banche e aziende italiane

Grandi aziende italiane come Enel, Eni, Finmeccanica, Poste Italiane e Terna hanno di recente attirato l’attenzione di Moody’s , rischiando un possibile downgrade (vedi link all'articolo relativo).
Il monitoraggio attento dell’agenzia di rating è diretta conseguenza del controllo cui è sottoposto il rating sovrano dell’intero Paese, sempre da parte di Moody’s, almeno da una decina di giorni. Nella stessa situazione delle maggiori aziende italiane si trovano anche ben 16 banche, tra cui: Intesa Sanpaolo, Monte Paschi, Cassa depositi e prestiti, Banco Popolare, BNL, Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza ed altre più piccole. Altre 13, per i debiti a lungo termine, hanno la prospettiva di un abbassamento di rating (tra queste Ubi, Italease, Credito Emiliano) mentre altre come Unicredit, Banca popolare di Milano, Dexia, ecc. erano già in questa prospettiva di riduzione (vedi link all'articolo relativo).
Cos’ha provocato l’attenzione sfiduciata di Moody’s verso grandi aziende e gruppi bancari italiani?
Il rating risente facilmente dei cambiamenti nell’affidabilità creditizia del governo e nella sua capacità di sostenere le banche e di queste di sostenere le aziende. Moody’s accenna alla disponibilità ridotta di alcuni governi di sostenere il debito delle banche più piccole o meno importanti, anche se in Italia, attualmente, non si vedono tendenze  di questo genere nella politica interna, ma, nel lungo termine, non si può essere certi di questa protezione. Se si dovessero verificare cambiamenti su questo fronte da parte del governo in futuro, i rating di 34 banche italiane come Banco Popolare, Monte dei Paschi di Siena e BNL rischierebbero di crollare.
Il richiamo all’attenzione su questi elementi arriva dopo l’allarme lanciato da Jean-Claude Trichet a proposito della situazione finanziaria europea attuale. La crisi in Grecia evidenzia il legame sempre più forte tra solidità dei conti pubblici e solidità bancaria, poiché spesso le banche custodiscono grandi quantità di Titoli di Stato. Non è la prima volta che l’Italia e le sue banche e aziende si trovano sotto monitoraggio: nel maggio scorso, Standard & Poor aveva attribuito un rating negativo al Paese e poi successivamente a Mediobanca, BNL, Findomestica e Intesa Sanpaolo.
Nessuna preoccupazione per Banca Mediolanum che, per sua natura, diversifica investimenti e continua a produrre utili, diventando la quarta banca per dimensione del patrimonio gestito in Italia (vedi link all'articolo del Sole 24 Ore).

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