Il fallimento della Silicon Valley Bank: conseguenze e opportunità per i nostri risparmi

 

Il fallimento della Silicon Valley Bank: conseguenze e opportunità per i nostri risparmi



Venerdì 10 marzo, la diciottesima banca più grande degli USA è fallita.

Il fallimento è dovuto soprattutto ad un errore strategico.

Per capire meglio come siano arrivati a questo punto è giusto fare un passo indietro: nel 2021, durante il periodo del boom degli investimenti in start up. La banca, per la sua ubicazione nel polo tecnologico degli USA, ha ricevuto tantissimo denaro da queste aziende innovative, passando da depositi di 102$ miliardi a 189$ miliardi. In seguito all’entrata di tanta liquidità SVB ha scelto di investire 120$ miliardi in un portafoglio di titoli di Stato (91$ miliardi in obbligazioni a tasso fisso), una mossa studiata che si muoveva in un ambito di tassi bassi.

Questi investimenti purtroppo hanno avuto la conseguenza di denaro bloccato per più di un decennio, portando SVB ad ingenti perdite in conto capitale, dato l’aumento successivo dei tassi di interesse (che per la dinamica che ha sui titoli di stato ha portato ad un forte calo del valore dei titoli acquistati).

Nel concreto stiamo parlando di una perdita di 15$ miliardi, perdita dovuta all’aggressivo aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali che ha portato così ad una diminuzione del valore delle obbligazioni.

A causa dei timori creati dalla situazione appena descritta, c’è stata una “corsa agli sportelli” e in particolare un unico cliente ha chiesto indietro 42$ miliardi, richiesta di prelievo che la banca non è stata in grado di soddisfare.

Non eravamo testimoni di un fallimento bancario statunitense di queste dimensioni dal 2008, col fallimento della Washington Mutual che aveva un patrimonio di 307$ miliardi.

La notizia di Silicon Valley è stata molto rapida, non prevista. È normale che vi siano delle ricadute, ovvero che la volatilità permanga. 

Non si poteva pensare che bastasse un annuncio di soluzioni da parte della FED Americana, seppur tempestivo, per calmare immediatamente i mercati. Sono eventi che richiedono una “digestione”. 

L'importante è che ci sia stata una risposta veloce e chiara da parte delle autorità competenti.

Lunedì 13 Marzo è stata una giornata difficile sulle borse mondiali in attesa di ulteriori notizie. Quella che stiamo vedendo è una caduta significativa; negli Stati Uniti prosegue l'uscita dei depositi da alcune banche minori verso le banche maggiori più importanti, quindi c'è una ricerca di qualità, ricerca di minore rischio (rischio reale o percepito che sia).

 Tutto, questo comunque, guardando i bilanci, rimane circoscritto all’ecosistema delle banche regionali americane e le stesse difficoltà di Credit Swiss in Europa, soprattutto dopo l’acquisizione da parte di UBS e le dichiarazioni del governatore della BCE, non destano preoccupazioni, anche per la maggiore solidità del sistema bancario europeo.

Queste oscillazioni delle azioni bancarie, che condizionano tutto il mercato, creano indubbiamente delle opportunità per gli investitori, magari, sempre nell’ottica di un’ampia diversificazione, con un’attenzione in più al settore bancario.

 


Marco Cerruti e Laura Cannistrà 

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