Come capire i mercati e stare fuori dal parco buoi

Interrompo un momento il flusso di Brexit o non Brexit, per altro ormai scontata dai mercati, per riprendere a parlare di come si muove normalmente l'economia.

Qualche settimana fa  ho assistito ad una convention, dove ci è stata fatta vedere l’analisi di un mondo al contrario: un mondo dove gli investimenti sicuri di sicuro hanno solo una perdita (sicuro è morto, sembra questa volta per davvero).
Un mondo dove un’obbligazione Core Tedesca a 5 anni senza cedola si acquista oggi al prezzo di 101,695 per avere indietro fra 5 anni 100.000 €, con una perdita certa di 1695 €. E c’è chi lo compra, se non il prezzo non si farebbe.
Un mondo dove ormai non c’è più decorrelazione tra bond e mercati azionari; un mondo dove c’è chi vuole uscire dagli investimenti nei bond emergenti, quando tre anni fa rendevano il 4,8% e oggi rendono il 6,7% o gli High Yield che rendevano 5,8 e oggi rendono il 9,2% (vedi grafico le linee blu rispetto a quella grigia che è il BTP a 10 anni).







Qualcuno, che purtroppo non ha compreso o non vuole comprendere la mutata realtà dell'economia, investe ancora a lungo termine a tassi bassi, quando oggi i titoli azionari danno dividendi molto più interessanti delle obbligazioni delle stesse aziende e prospettive di crescita come sempre migliori, e rapporto tra prezzo e utili ancora interessanti. Qualcuno che non si rende conto che investire su poche obbligazioni a tassi bassi sul lunghissimo periodo equivale ad avere una volatilità possibile, in ragione del rialzo dei tassi futuri, a livello di un fondo bilanciato, che ha prospettive di rendimento decisamente maggiori.

Come si può pensare che per il lungo periodo sia meglio prestare i soldi a qualcuno che può morire e non pagarci il debito, anziché comprarsi un’azienda o un suo pezzo, ovvero prestare i soldi senza la certezza che vengano restituiti nel lungo periodo o possedere un’attività che nel tempo genera utili.
Traducendo: come si può pensare che un fondo obbligazionario sia, più sicuro di un fondo azionario, nel lungo periodo ovviamente, quando le banche hanno più del 10% di sofferenze, i creditori si lamentano di non essere pagati e noi tutti dipendiamo, per la nostra sopravvivenza, il nostro reddito da aziende che fanno utili, ci pagano e che forse sono nei fondi azionari che tanto i risparmiatori rifuggono e temono.

E chi magari lavora per lo stato non può sottovalutare questo fatto perché se lo stato non ricava risorse dalle aziende che crescono, è costretto a ridurre il suo intervento. Il denaro, oggi, neppure più lo stato può fabbricarlo. Ed oggi non abitiamo in uno stato troppo indebitato!
Perché dovremmo continuare a pensare, visti i conti delle aziende o degli stati a cui prestiamo soldi che siano più affidabili di quelle che ci pagano ogni mese lo stipendio e magari si espandono nel mondo? Non è poco logico?

Stare fuori dal “Parco buoi” ed investire in contro tendenza, è l’invito del nostro presidente e di tutti noi consulenti!

Il “Parco buoi” è quella parte di risparmiatori che, purtroppo, o perché mal consigliati, o perché privi delle informazioni o della possibilità di confrontarsi con qualcuno esperto per ricondurle a ragionamenti e comportamenti virtuosi, investono per abitudine su strumenti ormai non più efficienti e rimangono invischiati in comportamenti emotivi, che, costantemente, seguono le mode o i “rumors”, le informazioni dei giornali (che arrivano sempre quando il cadavere è già freddo) e che sono destinati a comprare ai massimi e vendere ai minimi o continuare a credere che investire in BTP sia una cosa sicura, nonostante i tassi siano negativi e si rischi il capitale nei prossimi anni, a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Il futuro non lo conosce nessuno e le informazioni, quando arrivano ai giornali, sono già datate per i gestori, per cui costoro decidono emotivamente e perdono costantemente denaro ed opportunità o lasciano decenni il denaro su strumenti inadeguati perdendo potere d’acquisto senza accorgersene.

Come evitarlo? In fondo basta seguire i consigli che da anni diamo ai nostri clienti: diversificare, investire in maniera costante con i Pac e, possibilmente, aggiungere denaro quando i mercati hanno delle correzioni importanti, senza interrogarsi se si è ai minimi dei mercati o no e senza mai uscire, se non per necessità.

Noi consulenti non dobbiamo farci trascinare dai media incapaci di analisi, i nostri clienti non devono caderci, devono sapere. Questo è importante, la capacità di essere lucidi e consigliare al meglio senza farsi condizionare dalle mode e da opinioni fuorvianti che purtroppo ammorbano l’opinione pubblica e soprattutto il suo modo di comunicare quando si parla di finanza. Quando cercare il sangue per una notizia vuol dire condizionare il futuro di milioni di risparmiatori che non hanno gli strumenti per leggere dove sono le opportunità e non hanno nessuno di affidabile a cui parlare.

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