La crisi dell’euro: difendere i propri risparmi si può!
Le notizie che circolano in questi giorni sulla tenuta dell’euro, sull’andamento economico di paesi come la Spagna, non sono molto allegre. Prima, però, di lasciarsi catturare dallo sconforto, è necessario dare un’occhiata a questa crisi da un punto di vista più distante, per accorgersi che si tratta di una crisi molto localizzata, praticamente “regionale”. Al di fuori dell’Europa, la tendenza è verso la crescita.
Nel video qui di seguito, Ennio Doris e Stefano Volpato, di Banca Mediolanum e Andrea Cabrini, Direttore di CLASS CNBC, illustrano con chiarezza questo segmento di crisi e offrono soluzioni altrettanto chiare e concrete.
Un altro personaggio interviene con sicurezza e autorevolezza in questa crisi dell’euro così dibattuta, ritenendo la moneta unica “irrevocabile”, ed è Mario Draghi. Parlando del fallimento delle banche, il governatore della BCE afferma che sarebbe il caso di coinvolgere anche gli obbligazionisti e chiedere loro di accollarsene i costi, dato che i contribuenti, finora, hanno già pagato molto di tasca propria.
Il fatto, se lo vediamo con gli occhi degli italiani, può assumere colori preoccupanti, soprattutto dopo il fallimento di Banca Network. Certo è una banca piccola, tant’è che i clienti, sembra, saranno risarciti, ma sappiamo dal caso Lehmann Brothers, e da altri degli scorsi anni, che dare per scontato che le banche non falliranno quando la crisi non è di una sola banca, ma è dell’intero sistema, può essere un errore drammatico. In particolare, venendo alle obbligazioni bancarie, mentre in Inghilterra, nella gamma dei titoli degli investitori, le obbligazioni bancarie si aggirano intorno all’1%, in Italia la percentuale sale rapida fino al 25%. Ricorrere al supporto degli obbligazionisti sarebbe un modo veloce per risolvere la questione dei fallimenti bancari, senza dover gravare continuamente sui soliti contribuenti e noi in Italia sappiamo quanto stiamo pagando gli errori dei nostri politici del passato e, se consideriamo che nessun risanamento è stato fatto, anche dell’immediato passato.
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