Investimenti obbligazionari: su e giù come le azioni!
Finalmente la crisi dell’Euro e la maggior trasparenza dovuta alle normative comunitarie e all’avvento di internet ha scoperto la grande illusione della sicurezza dei titoli di stato e delle obbligazioni bancarie.
Già i casi Argentina e Lehmann & Brothers avevano dato il loro contributo, ma si trattava di un paese emergente e di una banca americana, per cui nessuno, tranne chi rimase coinvolto, fece caso che il problema non è solo il paese o l’azienda in cui si investe, ma la conoscenza dello strumento che si utilizza per investire.
Certo, le obbligazioni sono generalmente meno rischiose delle azioni, ma purtroppo sono state percepite dai risparmiatori (e vendute dagli addetti delle banche, per la gioia di queste) come “sicure” in quanto tali. Come si è visto la cosa non è vera, perché basta che i mercati abbiano un dubbio sulla solvibilità di un paese o di un'azienda nel tempo, per trasformare il portafoglio più conservativo in fonte di perdite di decine di punti percentuali.
Oltre a questo la scarsa cultura finanziaria che c’è in Italia, rende oscuro per molti risparmiatori anche il concetto di obbligazione, fondo o azione, anche perché le banche hanno sempre fatto pochissimi sforzi per spiegare ai clienti cosa vendevano loro, come funzionava lo strumento e quali erano i rischi ed i clienti pochissimi sforzi per capirlo.
Pensare che il problema è relativamente semplice e si può spiegare con 5 concetti base:
- Un obbligazione è un pezzo dei debiti di un emittente (leggi lo stato, la banca, l’azienda) che viene comprata ad un prezzo, ma comunque sempre verrà rimborsata a 100.
- Il prezzo varia in funzione dei tassi di interesse che il mercato richiede all’emittenti.
- I tassi di interesse variano:a) in funzione di quello che decidono le banche centrali in funzione dell’andamento dell’economia e dell’inflazioneb) in funzione del rischio di non rimborso che il mercato percepisce (anche considerando i famigerati rating, ovvero i voti dati agli emittenti da agenzie indipendenti).
- La variazione del prezzo è negativa (il valore/prezzo dell’obbligazione scende) se i tassi richiesti aumentano ovvero il rischio percepito è più alto. E’ positiva nel caso contrario.
- La variazione è proporzionale alla durata residua ed al tasso di interesse di mercato. Ad esempio per una vita residua a scadenza di 5 anni ed una variazione di tasso di 2 punti in più, la variazione del valore/prezzo è di 2% x 5 anni = un po’ meno del 10% (un po’ meno perché va fatto un calcolo composto)
Questo ragionamento però spiega come anche una semplice obbligazione va conosciuta e magari acquistata attraverso un fondo che permette di polverizzare il rischio che questa porta e diminuire le oscillazioni con un accurata scelta da parte di un gestore che ha anche la possibilità di acquistare obbligazioni precluse ai risparmiatori
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